PERCHE’ SEVEN YOUNG CHEF LA GRAN CENA DI GALA DELL’ALPE ADRIA 2017 E’ STATA UNA CENA INNOVATIVA?
Vedo in giro che un’ po’ tutti si muovono per avere chef e ristoranti stellati di qua e di là, certo lo “stellato” è ormai entrato nel gergo comune del nostro linguaggio ed è sinonimo di chef/ristorante prestigioso e famoso, ovviamente, io non la penso così, molti dei ristorante premiati nell’edizione di Best of Alpe Adria non sono nemmeno citati nelle grandi guide italiane che spesso peccano di presunzione e di francesismo, cioè valutano bene solo gli chef e ristoranti che fanno cucina moderna, senza considerare minimamente che esiste anche un’ altro mondo di cucina, quella tradizionale, fatta con grandi prodotti con grandi piatti della tradizione, cito ad esempio in provincia di Udine due nomi: il Là di Moret di Udine e la Trattoria da Nando di Mortegliano. Questi due ristoranti che sono davvero storici e che hanno creato la grande cucina friulana, dalle guide nazionali e dalla Michelin, non sono considerati, io se fossi in voi ci farei una riflessione.
Con SEVEN ho voluto mettere sul piatto 7 giovani chef dai 26 ai 34 anni, nessuno stellato (forse a qualcuno o anche a tutti di questi chef arriveranno le stelle), ho voluto metterli alla prova, nessuno di loro si era mai incontrato, forse pochi si conoscevano di nome e di piatto, vuoi anche perché molto distanti tra di loro nei rispettivi ristoranti di Jesolo, Treviso, Vicenza, Padova, Pordenone, Slovenia, ma io personalmente li avevo già conosciuti tutti e tutti e ognuno di loro mi aveva entusiasmato.
Sette portate e sette abbinamenti con sei vini ed un gin, eccoli: Luca Cesaro di Terrazza Mare Marcandole (VE) con il tonno marinato alle erbe, rapa rossa e maionese alla soia abbinato allo “Zero infinito” di Pojesr e Sandri, Andrea Nardin chef dell’ Antico Veturo (PD) che ha presentato un carpaccio d’orata, piselli, mandorla fresca, albicocca, erbe spontanee e acqua di pomodoro ai lamponi abbinato al Superiore di cartizze “Zero” di Duca di Dolle, lo chef Marko Gorela dell’ Istrian Tapas – LifeClass Hotel di Porto Rose (SLO) con il piatto “L’inspirazione del pescatore Stane” realizzato con branzino Fonda con tartara di cetriolo bruciato, olio d’oliva al limone di Lisjak, cocomero con grappa al ginepro e agrumi, gel di tuorlo d’uovo con aceto Mate, gazpacho di limoni canditi abbinato al Ferrari Perlè 2010 TrentoDoc.
Ed ancora il giovane chef Marco Pirillo di Marcandole (TV) con il risotto con zucchine gialle, carpaccio di cappesante, caviale Giaveri (caviale prodotto a Treviso) e riduzione di crostacei abbinato al vino Amandum Friulano 2013 di dai Moras, lo chef Carlo Nappo del Podere dell’Angelo (PN) con il riso servito al tavolo, la stracciatella di Visinale, agrumi, mare, orto e le sue acidità abbinato al vino Filo di Arianna di Tenuta Roveglia, lo chef travisano Marco Parenzan del ristorantino enoteca Makallè (TV) con il piatto dell’anguilla del Sile croccante, crema di burrata, lamponi ed erbe aromatiche del suo orto abbinato al vino macerato OrangeOne di Paraschos. Chiude in bellezza lo chef Dimitri Mattiello del Dimitri Restaurant (VI), vincitore dell’Award “Ristorante emergente” con il dessert freschezza al pompelmo rosa con collezione dell’orto 2017 abbinato al Gi Gin Mule di Fred Jerbis 43 (PN) un Gin realizzato in Friuli con ben 42 botaniche ed preparato per l’occasione con la Scortese Organic ginger beer di Bevande Futuriste. Il mio invito pertanto è quello di andarli a trovare nei rispettivi loro ristoranti, anche voi rimarrete piacevolmente sorpresi, ne sono sicuro. Ai colleghi chiedo di dare più equilibrio e pesi giusti alla parola “stellato”.
Maurizio Potocnik
Guida Magnar Ben BEST GOURMET